GLI INDICATORI DELLA CRISI AZIENDALE E DELL’INSOLVENZA
Secondo la Legge Fallimentare, lo stato di insolvenza viene determinato dal verificarsi di “…inadempimenti che dimostrano l’incapacità del debitore di soddisfare regolarmente, alle scadenze prefissate e con mezzi normali di pagamento, le proprie obbligazioni”, ovvero il normale pagamento dei fornitori, delle imposte, mutui, ecc…; in generale, la manifestazione di uno stato di tensione finanziaria è considerato il sintomo di un futuro squilibrio di natura patrimoniale e finanziario ed economico-reddituale.
Quando l’imprenditore e gli amministratori segnalano le criticità connesse alla gestione aziendale, i suoi componenti beneficeranno dell’esenzione da ogni responsabilità; i vari benefici, sono cumulabili tra loro e possono andare dalla decurtazione degli interessi sui debiti tributari, alla riduzione delle sanzioni tributarie, sino alla proroga del termine fissato per il deposito della proposta di concordato preventivo o dell’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Pertanto, occorre dotarsi di un sistema controllo di gestione, tramite il quale è possibile verificare e analizzare gli eventuali squilibri di varia natura.
Gli indicatori che il legislatore ha individuato come significativi, in quanto potenzialmente idonei a perseguire le finalità di monitoraggio sulla sostenibilità dell’indebitamento e sulla continuità aziendale, sono i seguenti:
- rapporto tra il patrimonio netto (capitale proprio) e le passività (debiti), per gli squilibri di carattere patrimoniale;
- rapporto tra oneri finanziari (interessi) e ricavi (fatturato), per gli squilibri di carattere finanziario;
- rapporto tra il flusso di cassa e l’attivo, per gli squilibri di carattere economico/reddituale;
- prolungati e significativi ritardi nei normali pagamenti (dipendenti, imposte, ecc … ).
La nozione di squilibrio patrimoniale e finanziario concerne l’inadeguatezza del rapporto qualitativo, quantitativo e temporale tra le attività, le passività e i mezzi propri ed è riconducibile alle seguenti situazioni:
- carenza di mezzi propri (capitale proprio) e corrispondente prevalenza di mezzi di terzi
(finanziamenti);
- squilibrio tra fonti ed impieghi in termini di uniformità temporale (tempi di incasso e pagamento);
- insufficienti riserve di liquidità e di cassa.
Quando lo squilibrio è anche economico-reddituale occorre rapportare i costi e i ricavi.
Gianluca Vacca – Dottore Commercialista